A Brescia l'Osteopatia arriva in terapia intensiva neonatale: ottimi i risultati

Un altro caso di Osteopatia in ospedale

Questa è la volta degli ospedali civili di Brescia dove l'osteopata Francesco Roncaglio dal 2013 porta avanti con successo l'esperienza osteopatica nel reparto T.I.N. (terapia intensiva neonatale), confermando di fatto una realtà già sperimentata altrove, dove singoli osteopati riescono a farsi strada negli ospedali, dimostrando l'efficacia dell'Osteopatia per la salute, affiancata alla medicina tradizionale.

"Tutto è iniziato visitando la nipote del direttore sanitario dell'ospedale dei bambini - ci racconta Roncaglio - con un riscontro molto positivo sul neonato, che recepiva molto bene il trattamento osteopatico, e con grande sorpresa e piacere da parte della famiglia, già piuttosto informata sulle potenzialità dell'Osteopatia e sui suoi ambiti di interesse".

È da qui che nasce l'esperienza nella T.I.N. del nosocomio bresciano, grazie alla fiducia del primario, prof. Gaetano Chirico, che ha saputo cogliere l'opportunità di integrare la pratica osteopatica in ambito pediatrico  "mostrandosi favorevole - spiega l'osteopata -ad aprire la strada ad un approccio inclusivo in modo graduale, incontrando da parte mia grande disponibilità, sempre pronto a spiegare a quanti fossero curiosi e non conoscessero il nostro approccio manuale, come potessimo essere complementari alla medicina per alleviare molti fastidi tipici della T.I.N., come l'irritabilità, e plagiocefalie e i distress respiratori".

Da qui alla creazione di un ambulatorio di follow up combinato in reparto il passo è stato breve. Messo a punto su iniziativa della dott.ssa pediatra e neonatologa Alessandra Cavazza, e grazie al sostegno economico della Onlus Nati per Vivere (che dà il rimborso spese per la T.I.N.  e per il follow up combinato), l'ambulatorio post dimissione è stato organizzato per offrire a bambini e famiglie un supporto neonatologico e psicologico che consentisse di orientarsi con sicurezza sia nell'utilizzo delle varie apparecchiature e farmaci, che nelle visite specialistiche, nonché sulla possibilità di integrare con il trattamento manipolativo osteopatico.

Osteopatia in ambulatorio di follow up: più risultati, meno farmaci

"L'approccio integrato con l'osteopatia ci ha permesso di ottenere risultati notevoli in tempi più rapidi - dice la dott.ssa Cavazza - agendo anche sul minore utilizzo di farmaci".

L'ambulatorio si rivolge a bambini con problematiche serie e reduci da degenze prolungate in T.I.N. o provenienti da altri ospedali, affetti da disturbi neurologici, ipercinesi, reflusso gastroesofageo, insonnia e non solo, seguiti normalmente fino a 2 anni con qualche eccezione sino a 3 anni. "Si tratta di bimbi sottoposti a grande stress a prescindere dalla patologia specifica - spiega la pediatra e neonatologa Cavazza - e l'osteopatia, agendo in concomitanza con il mio lavoro, seguendo in maniera partecipe tutto l'approccio medico e l'anamnesi dei pazienti, facilita il compito di intervenire in maniera clinica farmacologica perché l'osteopata è in grado di rilasciare questi bambini, determinando anche un miglioramento di risposta alle terapie".40 i bambini trattati in Terapia Intensiva Neonatale nel 2015 per un totale di 105 trattamenti sul sistema nervoso centrale, 15 rigidità, 3 broncodisplasici, 11 riguardanti l'addome, 8 il cranio 11 maxilofacciale. Sono invece 17 i bimbi broncodisplasici trattati in follow up combinato quest'anno, di cui 7 ossigeno dipendenti, 7 affetti da cardiopatie di cui 5 operati, e 2 tracheotomie. Sono 15 i piccoli affetti da problemi oculistici di cui 4 ciechi 3 trattati con avastin; 7 ipoacusici di cui 3 protesi, 2 impianti cocleare, 3 epilettici 5 affetti da leucomalacia pericentricolare e 29 in ritardo neuropsicomotorio, di cui 15 gravi.

"Proprio a causa del deficit visivo parziale o totale di questi bambini abbiamo iniziato a collaborare anche con l'unione ciechi di Brescia - precisa l'osteopata Roncaglio - potendo così trattare, grazie al contributo economico dell'Associazione per Ciechi, bimbi fono a circa 12-14 anni. In questo modo riusciamo a seguire un bambino da pochi giorni fino all'adolescenza dando continuità sia del trattamento osteopatico che medico, assicurando così un rapporto di fiducia tra professionisti e pazienti che perduri e si consolidi nel tempo, a maggiore garanzia e sicurezza per le famiglie".

Molto importante il contributo osteopatico per questi bimbi ciechi o ipovedenti nel ripristinare un equilibrio soprattutto strutturale "perché - precisa Francesco Roncaglio - non sono mai stati visitati, presentando dunque grosse rigidità in tutto il corpo, dal cranio al tronco e bacino, agli arti, soprattutto per deficit cerebrali gravi, ma anche perché mai sottoposti a trattamenti manipolativi osteopatici, peraltro normalmente molto graditi".

È sempre più importante il riscontro terapeutico che l'Osteopatia ottiene in Italia, anche tra i vari professionisti e medici trattati con successo con questa pratica. 

Fonte: www.tuttosteopatia.it 

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